venerdì 14 ottobre 2011

Sulle riflessioni interessanti di starless

Da Starless tre spunti interessanti e veri. Ma qualche ulteriore riflessione la vorrei aggiunge. Primo: è proprio perché il pur bravo costruttore e venditore di gadget tecnologici lo puoi vedere che lo premi comprando i suoi prodotti, magari con una specie di nobel, ma da qui a trasformarlo in un'icona trascendente ce ne dovrebbe passare. Quello che funziona e piace lo compro, decide il mercato, ma idealizzarlo come un profeta di una nuova mistica, bah... eppure in certi casi è quello che avviene. Secondo: proprio per quanto detto concordo che sarebbe ragionevole preferire una ditta all'altra per meri motivi di funzionalità (anche se la mia personale esperienza con mac e pc va nella direzione opposta). è difficile però negare che in certo mondo di applisti ci sia un dogmatismo fideistico, e che la preferenza per certe multinazionali rispetto alle rivali derivi a volte da ideologie di vario genere, anche politiche, che però danno risultati irrazionali. Piccola prova ne è il caso della sinistra radicale a Roma, dove SEL ha inneggiato a Jobs, mentre Vendola ha smentito i suoi dicendo che Apple e Jobs non rappresentano la loro cultura (e qui scatta la stranezza su cui mi interrogo: com'è che diciamo la stessa cosa con Vendola?). Terzo, la fede calcistica. Giustissima osservazione. Appunto viene chiamata fede, e il discorso va esteso a tutte le forme molto terrene che però danno un'illusione di identità. è questo il punto, una società liquida, frammentata, pervasa dal pensiero debole, nella quale persone fragili cercano una identità cui attaccarsi. Mentre non si rendono conto che cercano di saziare un loro bisogno attingendo a qualcosa che non solo non li può soddisfare, ma li porta fuori strada. Ma per cercare il pelo nell'uovo, a livello personale resto sempre più stupito del fideismo in un prodotto commerciale che dell'attaccamento seppur estremo per esempio a una squadra. Il tifo sportivo c'è da sempre, e si basa comunque con una identificazione, con una emotività senza le quali non ha senso. Eccessi e degenerazioni sono frutti sbagliati di quanto dicevamo, e anche nel tifo ci vorrebbe un saggio distacco, senza però un coinvolgimento non c'è divertimento. E da una squadra non chiedo le prestazioni che chiedo a un oggetto che compro e che voglio essere libero di selezionare di volta in volta senza apriori. Dalla squadra chiedo invece emozioni. e chi è fragile tanto più il pensiero è debole, tanto più cerca emozioni forti. Sbagliando.

2 commenti:

  1. Ehilà, non meritavo addirittura un post dedicato. Io stavo andando solo a controllare se avevi risposto al commento, non miravo così in alto :).

    Contro-commento.

    Primo: idealizzarlo come un profeta, "in certi casi" è vero, succede. Ma si tratta di fenomeni marginali, come dicevo. Non paragonabili alla diffusione di certi fanatismi religiosi, o calcistici, o forse neanche a quello che succede per i cantanti pop. Quindi niente su cui perdere tempo per ragionarci, secondo me.

    Secondo: io stesso in effetti sono prevenuto contro Microsoft, ma questo è dovuto a tutta una serie di eventi della storia dell'informatica che hanno fatto sì che tecnologie oggettivamente migliori venissero abbandonate in favore di altre sostenute da strategie di marketing più agguerrite e non sempre oneste. Ma se un prodotto Microsoft si dimostra valido, non ho problemi ad usarlo. Purtroppo - per loro e per noi tutti che dobbiamo usarli - questo succede molto raramente!
    Comunque personalmente trovo veramente forzato associare l'una o l'altra azienda alle diverse ideologie politiche, e la mossa di SEL mi è sembrata ridicola; probabilmente hanno solo voluto strumentalizzare l'accaduto, così come tu hai colto l'occasione per tirare un po' d'acqua al mulino del tuo blog :-P.
    Ben diversa è invece la contrapposizione fra closed e open source, ma quello è un altro discorso.

    Terzo: sei tu che la chiami "fede" calcistica. Io l'ho chiamato tifo (come la malattia, ma non l'avevo fatto apposta). Così come l'apprezzamento di un prodotto commerciale razionalmente non giustifica l'idealizzazione del suo ideatore, allo stesso modo l'emozione per un evento sportivo non può giustificare le violenze contro la tifoseria avversaria; il confronto è sproporzionato. Ricorda che stiamo parlando di estremi. Preferiresti condividere una stanza con uno che va tutte le domeniche a piangere sulla tomba di Steve Jobs, o con uno che tutte le domeniche va allo stadio con la spranga sottobraccio?
    Poi, sarò di parte, ma io trovo molto più motivato il "tifo tecnologico" piuttosto che quello calcistico. Perché caro mio, anche se provi a far finta di niente, il successo di una o dell'altra tecnologia influenzerà il modo in cui tu vivi, dalla gestione del tuo conto bancario, a quella dei tuoi dati personali, ai tuoi acquisti, alle comunicazioni con gli enti pubblici... Quegli omini che calciano una palla sul campo verde, invece, fuori dallo stadio arrivano al massimo ad invaderti i canali TV e i cartelloni pubblicitari, non possono fare molto altro.

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  2. grazie a te per scambiare delle idee, a questo vorrebbe servire il blog, è chiaro che penso di avere delle idee, un punto di vista, se no non scriverei, ma se mi chiudessi su quelle senza cercare confronto non servirebbero a niente, e non ci sarebbe motivo di cercare condivisione. Quindi grazie a te.
    Sul calcio, tregua: penso che sotto sotto la pensiamo allo stesso modo, era un tentativo di analisi. Non insisterò a spaccare il capello in quattro, tentazione che a volte mi prende. Quel che conta ovunque è l'equilibrio, che invece spesso si perde.

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