- Ho scoperto una cosa importante che non sapevo: Steve Jobs non era un Jobs. E' stato adottato. I genitori non lo volevano, ma la mamma invece di abortire lo ha dato in adozione. Oggi tutto il mondo lo piange, e tutto il mondo è un po' cambiato grazie a lui. Ogni singola vita può cambiare il mondo. Come si fa ad eliminarla senza un motivo? Quanti fili sono stati spezzati fino ad ora, che avrebbero potuto invece annodare storie importanti? Quanto bene non è stato fatto perché si è chiuso gli occhi di fronte alla vita? Dovrebbe far riflettere, non tanto le povere donne che abortiscono spesso in condizioni per loro insostenibili, quanto quei maestri di pensiero che credono che gettare una vita sia un atto di libertà. Quei maestri di pensiero propagatori di morte portano la responsabilità non solo delle vite stroncate, non solo delle donne distrutte da quella che avevano fatto credere loro fosse una valida scelta, ma portano anche la responsabilità di tutto il bene che non è stato fatto. Anche perché, come insegna il caso di Steve Jobs, chi proprio non può mantenere un figlio ha molte alternative all'aborto, a partire, anche in Italia, dalla possibilità di lasciare il bimbo in adozione.
- Uno degli aforismi che circola di più è molto suggestivo e ben pensato: il mondo è stato cambiato da tre mele, quella di Eva, quella di Newton e quella di Jobs. Complimenti a chi l'ha coniato. Ma forse meriterebbe una più profonda riflessione. Al di là della semplificazione che riduce tutto alle mele (lì è la sua forza ma anche il suo limite), l'aforisma nasconde un'insidia molto grave. Probabilmente è solo un triste frutto (mela o non mela fate voi) della superficialità, e un simbolo di come siamo ormai più ammaliati dalla apparenza delle cose purché ben markettizzate piuttosto che dalla sostanza. Ora si può discutere ma anche accettare che la mela della Apple abbia dato un contributo a cambiare il mondo. Lo stesso vale ancor più per quella di Newton (che pare sia realmente esistita anche se l'episodio è naturalmente la sintesi di una realtà ben più vasta), pur ben sapendo che le teorie di Newton si inseriscono in un contesto culturale più ampio e ricco. Ma che c'entra la mela di Adamo ed Eva (che per inciso non era affatto una mela...)? Forse quel pomo è davvero quello che più ha trasformato e trasforma il mondo. Ma ci rendiamo conto del senso di quel che si dice? E' come se si desse a quella mela un valore positivo o almeno neutro. Non c'è dubbio che c'è chi lo faccia: esaltare il pomo della ribellione a Dio, di un presunta indipendenza dell'uomo e via così. Ma sono cattivi maestri. Quel pomo è la fonte del peccato originale, dell'entrata del male nel mondo, e con esso della morte in tutte le sue forme negative. Dimenticarlo, mettere tutto sullo stesso piano la dice lunga sullo smarrimento culturale che pervade la nostra società, e di conseguenza sullo smarrimento etico. Io temo (forse esagero) che concetti come questo, vissuti da molti con simpatia e superficialità e senza nessun desiderio di affermare filosofie e rivoluzioni morali, finiscano però con l'intorbidire e intontire le coscienze, siano un messaggio subliminale che viene bevuto inconsciamente da chi non ha più la struttura critica per dire alt, stop, ma che stiamo dicendo, che significa questo? suona bene, ma poi? Non è il male eclatante quello che più spaventa le coscienze, bensì è quello strisciante che si insinua, come il serpente della mela (quella di Adamo ed Eva, non del povero Steve Jobs).
- Ultimo flash, lo giuro: mi sono sempre chiesto da cosa nascesse questo culto che c'è tra gli adepti della Apple. E sì perché non si può negare ce in molti casi ci troviamo di fronte a fenomeni parareligiosi piuttosto che a scelte di un prodotto di un mercato. Per la Apple (come in altri casi meno eclatanti) c'è in giro un certo fideismo che va molto oltre la preferenza per la funzionalità del prodotto tecnico. Dal punto di vista del marketing un altro grande successo di Steve Jobs, non c'è dubbio. Ma c'è dell'altro su cui vale la pena forse di interrogarsi. Senz'altro c'entra una contrapposizione con la Microsoft. Non so perché, in una certa fascia di popolazione scatta l'equazione Microsoft cattiva, Apple buona, come Coca Cola cattiva, Pepsi buona e via così. Mi risulta inspiegabile. Credo che in parte derivi dal successo di strategie di marketing dei secondi che così contrastano i primi. Ma quello che non riesco a capire è come sia possibile che la gente ci creda. Sono sempre multinazionali, che lottano duramente sul mercato, lanciano prodotti per accrescere il fatturato e tutto il resto. E' nel loro diritto, fanno bene e lo fanno bene. Tutte loro (tutte) avranno commesso qualcosa di non eticamente irreprensibile, tutte loro hanno fatto qualcosa di buono persino oltre la loro pura mission commerciale (per fortuna ultimamente anche la beneficenza è un buon affare). Tutte queste differenze non le vedo. Vedo semmai l'esigenza di certi ribelli per professione di trovarsi un nemico e accogliere qualsiasi avversario del proprio nemico come un santo a prescindere da tutto. Mi sembra tipico di una certa cultura no global e sinistrorsa che spesso e volentieri mi appare nella massa soprattutto ingenua e irrazionale. Ma mi chiedo se ci sia anche dell'altro. Se persino attraverso queste infatuazioni collettive non emerga il bisogno di dare fiducia, di credere, di sentirsi parte di un progetto per una missione, per un mondo migliore. Una atavica esigenza di schierarsi per il bene. E se così fosse allora mi chiedo perché questa umana esigenza si indirizzi in questo modo. Mi chiedo perché non si riesca ad andare oltre alla fidelizzazione ad un prodotto commerciale. Mi piego perché questa sete non possa spingerci più in alto, non possa scartare le illusioni delle fontanelle per andare alla sorgente. Mi chiedo perché questo mondo secolarizzato faccia meno fatica a credere nel creatore di un telefono che nel creatore dell'essere umano. Forse la connessione giusta è quella che punta più in alto.
La verità vi farà liberi (Gv.8,32). Liberi e forti (don Sturzo). Il nostro mondo ha bisogno di un'inversione a U. Ma di un'inversione che sia conversione. Conversione del cuore. Conversione alla verità. Per essere liberi. E poiché liberi, forti.
venerdì 7 ottobre 2011
In morte di Steve Jobs, riflessioni spot
Non mi sono mai appassionato alla Apple, mi sono spesso interrogato e ancor di più oggi, con i molti spunti che vengono dalla scomparsa di Steve Jobs. Alcuni spunti vengono da amici che ringrazio. Cerco di cavarmela con dei flash per punti, lieto se qualcuno vorrà integrare, commentare, aggiungere, criticare.
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Caro Osvaldo, lucido come sempre... grazie!
RispondiEliminaOsvaldo, una fin troppo banale risposta all'ultima domanda che ti fai è: "perché il creatore del telefono lo puoi vedere".
RispondiEliminaTornando indietro, ma sempre all'interno dello stesso punto, sull'equazione "Microsoft cattiva, Apple buona"... anche qui il motivo principale è estremamente semplice, e te lo dico da persona con molta esperienza nel campo: chi usa prodotti Apple è in media soddisfatto, chi usa prodotti Microsoft è in media insoddisfatto. È banalmente una questione di qualità del prodotto, con differenze apprezzabili anche - o soprattutto - dagli inesperti. Poi c'è anche un abilissimo marketing, ok, ma da solo non basterebbe. Fra parentesi, si narra che Jobs sul lavoro fosse spesso cattivello, tuttavia la sua creatività e determinazione l'hanno portato a creare prodotti molto apprezzati dal pubblico e ad essere elevato a icona dei tempi moderni.
Per finire, ti chiedi il perché di questi "fenomeni parareligiosi", ma secondo me hai indirizzato male la tua lente d'ingrandimento; qui stiamo parlando di fenomeni che sono in realtà marginali nella società odierna, portati alla ribalta ora da uno specifico evento. Non c'è gente per le strade che si ammazza per diversità di opinioni sugli iPod, per fortuna...
Faresti meglio piuttosto ad analizzare il tifo calcistico, ad esempio, e a pensare cosa succederebbe se di colpo morisse l'intera squadra della Roma.
Marco